Donald Trum bilancio politico di questi primi 6 mesi alla Casa Bianca
Sei mesi dopo il suo ritorno alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump continua a governare come ha sempre fatto: confondendo spettacolo e politica, saturando lo spazio mediatico con meme, battute surreali e crisi in sequenza, mentre un'élite che lo circonda consolida un'agenda radicale sotto la superficie del caos. In questi 180 giorni abbiamo visto un presidente travestito da Re e da supereroe nei meme, il "Golfo d'America" ridisegnato sulle mappe, bombe sull'Iran, barriere doganali contro l'Ue, una nuova guerra di dazi e un uso massiccio dei decreti presidenziali: più di 170, molti più di qualsiasi predecessore nello stesso periodo, e più brevi, segno di una strategia svelta e feroce.
Accanto a questo, però, emergono le fragilità del movimento Maga (Make America Great Again, lo slogan del presidente): divisioni interne, un'élite incerta sul "giorno dopo la vittoria", la "lista Epstein" (dal cognome del miliardario accusato di un giro di sfruttamento di minori, morti in carcere in circostanze poco chiare) che si ritorce contro Trump, e un rallentamento dell'impeto iniziale. Curtis Yarvin, intellettuale di riferimento della neoreazione trumpista, guida gli scontenti e teme che la coalizione non sia abbastanza ferrea per impedire una rottura netta col passato