I costi esorbitanti dei centri in Albania
I centri di detenzione per migranti in Albania sono i "più costosi" tra tutti i centri di rimpatrio (Cpr) gestiti dall'Italia, afferma un nuovo rapporto dell'organizzazione per i diritti umani Action Aid, scritto in collaborazione con l'università di Bari.
Gli autori del rapporto hanno ottenuto dati da tutti i quattordici Cpr attivi sia in Italia sia in Albania e hanno scoperto che i due centri albanesi sono stati "i più costosi, disumani e inefficienti nella storia della politica migratoria italiana". Secondo il rapporto, i costi del Cpr in Albania sono stati di "114mila euro al giorno per soli cinque giorni di attività nel 2024".
Il rapporto afferma anche che Roma ha pagato 570mila euro alla società Medihospes, che gestisce il centro in Albania, per cinque giorni di effettiva attività operativa. Questo significa che trattenere venti persone tra ottobre e dicembre 2024 è costato 114mila euro al giorno. Dopo il pronunciamento di un giudice, tutti i detenuti sono stati liberati e trasferiti in Italia.
La premier italiana Giorgia Meloni ha ripetutamente elogiato i centri albanesi al centro della sua sua politica migratoria e ha assicurato che "funzioneranno" e che saranno un modello per l'intera Unione europea.
Il rapporto ha esaminato i costi del centro in Albania fino a marzo 2025, prima che fosse trasformato da centro di detenzione per richiedenti asilo in centro di rimpatrio per gli irregolari già presenti in Italia e trasferiti in Albania.
Secondo il rapporto di Action Aid alla fine di marzo 2025, il centro nella città albanese di Gjadër aveva una capacità di quattrocento posti. E per costruirlo sono stati stanziati 74,2 milioni di euro. Secondo gli autori del rapporto, questo significa che il governo italiano ha pagato più di 153mila euro per creare un solo posto letto nel centro.
I costi per la costruzione dello stesso tipo di strutture in Italia sono molto "diversi", ha commentato Action Aid in un comunicato il 24 luglio. Nel 2024, la costruzione di un centro a Porto Empedocle è costata un milione di euro per la creazione di 50 posti effettivi, ovvero circa 21mila euro a posto letto.
Alla fine del 2024, in Italia erano operativi undici Cpr, con circa 1.522 posti totali. A questi si aggiungono circa 1.033 posti in tre nuovi centri di detenzione specifici per richiedenti asilo che provengono da paesi considerati sicuri e che quindi sono sottoposti a una procedura accelerata di frontiera. Il numero totale di posti disponibili nei diversi centri è quindi di 2.555. Due di questi nuovi centri per richiedenti asilo sono stati costruiti in Sicilia: uno tra Modica e Ragusa e l'altro a Porto Empedocle. Mentre il terzo è quello di Gjadër, in Albania.
Una delle motivazioni del governo italiano per la costruzione dei Cpr è che renderebbero il sistema di rimpatrio "più efficiente". Tuttavia, gli autori del rapporto sostengono che "trattenere le persone finisce solo per aumentare i costi economici e umani dei rimpatri".
Secondo ActionAid, le difficoltà legate all'esecuzione dei rimpatri hanno portato a periodi medi di detenzione di circa diciotto mesi da settembre 2023. Il 2024, secondo il rapporto, ha segnato un "minimo storico" per l'Italia per quanto riguarda il numero di persone effettivamente rimpatriate. Dieci anni fa, nel 2014, meno della metà di tutti coloro che erano entrati in un centro di detenzione erano effettivamente rimpatriati. Ma nel 2024 sono stati espulsi dai Cpr italiani solo il 10,4 per cento degli stranieri trattenuti.
Nel 2024 quasi il 45 per cento delle persone trattenute in un Cpr in Italia stava cercando di chiedere l'asilo.
Giuseppe Campesi dell'università di Bari ha detto che "l'uso della detenzione come strumento all'interno delle politiche dell'asilo segna un cambiamento epocale, che solleva seri interrogativi sul rispetto dei diritti umani di queste persone".
Negli ultimi due anni, 186 persone sono state sottoposte a detenzione pur avendo diritto all'accoglienza in Italia, per poi essere rilasciate, si tratta dell'89 per cento dei 208 richiedenti asilo trattenuti nei centri di detenzione per richiedenti asilo, provenienti da paesi considerati sicuri.
Dal 1998 più di 230mila migranti sono transitati dai centri di rimpatrio e detenzione italiani. Alla fine del 2024 c'erano 679 posti nei Cpr tradizionali e 485 posti disponibili nei centri di detenzione per i richiedenti asilo istituiti nel 2023, tra cui quello albanese.
Nel 2024 il sistema di detenzione per migranti è costato allo stato italiano quasi 96 milioni di euro, una cifra superiore a quella spesa nei sei anni precedenti, affermano gli autori del rapporto.
Il costo medio annuo stimato di uno di questi centri è di circa 2,5 milioni di euro, inclusi i costi di manutenzione. Il costo medio di un posto letto all'interno della struttura è stato stimato in quasi 33mila euro all'anno per questo il sistema di detenzione italiano e i suoi costi sarebbero "fuori controllo", conclude il rapporto.