Neutralizziamo il Ricatto Energetico Russo.
L'energia è da tempo uno strumento di ricatto dell'aggressore. È fondamentale che anche i paesi europei rifiutino questa dipendenza, diversificando le fonti. La conferenza di Roma è la dimostrazione di come il Paese, con il sostegno dei partner internazionali, stia costruendo non solo il futuro, ma anche la sicurezza energetica dell'intera Europa. Pubblico la riflessione di German Galushchenko, ricevuta per email.
L'energia è uno dei principali obiettivi degli attacchi russi. Eppure, nonostante i bombardamenti massicci, non ci siamo limitati a ricostruire ciò che è stato distrutto: stiamo avanzando lungo il nostro percorso di integrazione europea. Dal febbraio 2022, il sistema energetico dell'Ucraina ha subito oltre 64 mila episodi di danneggiamento, un livello di distruzione senza precedenti per un Paese europeo nel XXI secolo. La Banca Mondiale stima le perdite energetiche dell'Ucraina in oltre 20,5 miliardi di dollari. Quello che un tempo era un simbolo di resilienza, sicurezza e sviluppo pacifico è diventato oggi un campo di battaglia. Solo nel 2024, la Russia ha lanciato 33 attacchi su larga scala contro le infrastrutture energetiche dell'Ucraina, ognuno con centinaia di missili e droni. Ogni notte continuano attacchi su scala minore, soprattutto nelle regioni in prima linea come Kharkiv, Sumy, Zaporizhia e Kherson. Lo scorso anno abbiamo perso oltre dieci gigawatt di capacità di generazione. Gli operatori del settore lavorano senza sosta, rischiando anche la vita. Eppure, nonostante i tentativi russi di farci rimanere al buio, le case ucraine rimangono illuminate e riscaldate.
Turbine a gas, unità a pistoni, autotrasformatori ad alta tensione: ogni attrezzatura ricevuta è un'arma per vincere questa guerra. Per questo siamo grati al governo e al popolo italiano. L'Italia ha contribuito con tredici milioni di euro al Fondo di sostegno energetico, permettendo l'acquisto di attrezzature essenziali. Nel 2025 la Russia ha spostato il focus sugli impianti di produzione di gas. Non è una coincidenza: il primo gennaio 2025 l'Ucraina ha interrotto il transito del gas russo. Dopo aver rispettato il contratto valido fino alla fine del 2024, abbiamo tracciato una linea definitiva nei rapporti con Mosca. Già in passato l'Ucraina aveva smesso di utilizzare petrolio, gas e combustibile nucleare russi. L'energia è da tempo uno strumento di ricatto dell'aggressore. È fondamentale che anche l'Europa rifiuti questa dipendenza, diversificando le fonti. L'Ucraina accoglie con favore la nuova strategia energetica dell'Unione europea, che prevede il divieto totale delle importazioni di gas russo entro il 2027. È essenziale chiudere anche le scappatoie per aggirare le sanzioni. L'Ucraina è pronta a offrire accesso agli impianti di stoccaggio sotterraneo, ad ampliare le rotte di transito e a sviluppare la produzione di biometano.
La transizione energetica e l'integrazione europea sono la principale priorità. L'Ucraina ha già raggiunto un allineamento dell'80% con gli standard europei, ottenendo un punteggio di quattro su cinque nei rapporti della Commissione. Il ministero dell'Energia ucraino mira a recepire integralmente la legislazione energetica europea entro il 2027. L'energia nucleare resta la spina dorsale del sistema: fornisce il 60% dell'elettricità. A livello globale, l'Ucraina è al decimo posto per numero di reattori e al settimo per capacità installata, con 13.835 megawatt. Nonostante le difficoltà, il Paese continua a modernizzare le proprie infrastrutture nucleari.
Alla conferenza di Roma saranno firmati importanti accordi per il settore, inclusi quelli con la società americana Westinghouse e con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica. Raggiungere la neutralità climatica nel settore energetico entro il 2050 è un obiettivo centrale della politica energetica dell'Ucraina. Questo include il supporto allo sviluppo e alla costruzione di piccoli reattori modulari e altre tecnologie avanzate di reattori per la produzione di elettricità, nonché la loro applicazione industriale per la decarbonizzazione. Sono inoltre previsti piani per costruire un impianto nucleare per produrre elementi di combustibile destinati ai reattori delle centrali ucraine, un'infrastruttura che coprirà l'intero fabbisogno dei reattori in funzione.
La strategia energetica dell'Ucraina fino al 2050 delinea un potenziale di investimento totale di 383 miliardi di dollari, con particolare attenzione alla produzione di energia pulita, alla modernizzazione delle infrastrutture e alle tecnologie innovative come l'idrogeno e sistemi di accumulo energetico. Il nostro atlante degli investimenti presenta oltre 150 progetti energetici. Abbiamo istituito meccanismi di sostegno che includono assicurazioni contro i rischi di guerra, partenariati pubblico-privati, green bond e investimenti diretti in aziende energetiche statali. Entro il 2030 prevediamo di aggiungere diciotto gigawatt di nuova capacità di energia rinnovabile.
L'Ucraina è pronta a diventare un hub energetico affidabile per il continente. Abbiamo tutto il necessario per farlo: professionisti qualificati con un'esperienza unica, infrastrutture in sviluppo e una posizione strategica tra Europa e Asia. La conferenza per la ripresa dell'Ucraina 2025 a Roma non è solo un evento diplomatico. È la dimostrazione di come l'Ucraina, con il sostegno dei partner internazionali, stia costruendo non solo il proprio futuro, ma anche la sicurezza energetica dell'intera Europa. Insieme stiamo costruendo un mondo in cui il ricatto energetico russo non esiste più, e i valori europei di indipendenza e sostenibilità energetica diventano così una realtà condivisa.
di German Galushchenko
Condiviso da Franco Avati